Il rito della scrittura

le grandi scrittrici del passato
una scrittura molto molto particolare

Riporto integralmente un interessante articolo tratto dal Wonderful World Web, pubblicato dalla Bibliothèque nationale de France e che ci permette di comprendere ancora una volta, quanto sia strettamente legato l’atto scrittorio, con la stesura di opere letterarie, i suoi contenuti ma soprattutto le sue modalità.

La scrittrice di cui si parla è Nathalie Sarraute (1900-1999) romanziera, drammaturga e saggista francese.

Per molti scrittori l’atto di scrivere è associato a rituali ben precisi.

E’ il caso di Nathalie Sarraute, che ha composto gran parte della sua opera attaccata al tavolo di un caffè … probabilmente durante la Seconda Guerra Mondiale, perché all’epoca erano i pochi luoghi costantemente riscaldati, Sarraute concepiva il rituale della scrittura che seguì quasi fino alla morte, sopraggiunta a 99 anni.

Tutte le mattine, anche la domenica, lei si recava al Café Le Marceau, situato in Avenue Marceau, a cinque minuti dalla sua abitazione. Lei si sedeva sempre allo stesso tavolo e si faceva servire una tazza di caffè e un barattolo di acqua calda.

Si muniva di fogli volanti, dei suoi quaderni di bozza e di due penne, nel caso una di loro mancasse. Il locale era gestito dai libanesi e le loro conversazioni in arabo, che lei non comprendeva, le permettevano paradossalmente di non perdere la concentrazione.

La scrittura di Sarraute sporge sistematicamente verso il bordo destro dei fogli, come si può vedere dai suoi manoscritti conservati presso la BnF; secondo alcuni, lei seguiva così la forma rotonda del marmo bianco della sua tavola di caffè; secondo altri, stava facendo così per non tagliare le ultime parole di ogni riga … lasciamo qui un po’ di mistero”.

La visione da un punto di vista grafologico, coincide con una descrizione tratta da una sua biografia, che ne evidenzia il pensiero non convenzionale in merito alla stesura del romanzo, che concepisce come una sorta di flusso verbale in cui si fondono dialoghi e pensieri; fu l’antiromanzo!

La sua grafia è infatti come un fiume in piena, occupa tutta il foglio in modo serrato, sconfina verso il margine destro sotto l’ impulso rapido di un pensiero estremamente concentrato, che segue un proprio “filo” logico, ricco di ardore e sentimento. E’ una scrittura minuta, dal tratto nitido ma pastoso, che ci parla di una grande ricchezza interiore e di una grande energia.

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leggo, scrivo, cerco grafie

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