Paint It Black neo-nata

Il Magazine
Segni editoriali che lasciano il segno

E’ nata a Torino nel 2022 una nuova realtà editoriale, sia come libreria di volumi d’arte che come spazio dedicato alle diverse sfere del mondo della carta stampata: Pain It Black ospiterà progetti editoriali che si connettono con altre realtà del publishing contemporaneo a livello nazionale ed internazionale per libri, cataloghi, workshop ed attività di artisti ed editori.

La casa editrice esordisce con una prima pubblicazione dal carattere decisamente innovativo, la rivista Il Magazine, a cura di un team di artisti, critici e curatori; la sua struttura ha un taglio fuori dal comune e si presenta come opera piuttosto complessa anche sotto l’aspetto concettuale, molto articolata, ricca di contenuti ed immagini poco comprensibili ad una visione immediata.

La pubblicazione avrà cadenza annuale proprio per consentirne ai suoi lettori una fruizione lenta; nata da un’idea di Giuseppe Bartolucci, Ulisse Benedetti, Simone Carelli e Franco Cordelli, la rivista unisce l’editoria alla performance attraverso un concept rivoluzionario che “aggredisce” il lettore già dalla prima pagina.

Gli autori ed artisti che hanno dato vita al progetto hanno tutti un rapporto speciale con la carta stampata, i testi, i documenti, gli archivi e quasi tutti si sono accostati alla “performatività” in qualche sua declinazione.

Il testo non è stato concepito come un insieme di parole destinate a durare per l’eternità, intende trascendere dalla fisicità, diventa processo; il suo tema è il movimento e prevede impaginazioni irregolari, formati diversificati, lettere singole che “nuotano” in una pagina intera mentre altre si “perdono” nella piega centrale del volume, obbligando il lettore a mutare direzione dello sguardo.

Anche la sua struttura è particolare, non c’è indice, gli articoli si fondono tra loro, gli argomenti trattati si mixano in una danza imprevedibile ma soprattutto sorprendono le pagine “sonore“, costituite da melodie di volatili ed un QR CODE che apre una performance del compositore Sylvano Bussotti.

Il risultato finale è di grande impatto e tutto da scoprire, è una scrittura scevra da immobilità, nata per spaziare nel tempo, in un processo mai definitivamente concluso, come si confà a molte opere d’arte …

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