Il simbolismo “spaziale”

primi passi nella grafologia
in cammino verso concetti grafologici complessi

in Grafologia ha un’importanza di grande preminenza, un parametro valutativo che agli occhi dell’esperto costituisce già di per sé una prima indicazione da seguire prima di scendere nell’osservazione dei singoli segni grafici.

Cosa si intende per “simbolismo spaziale”?  Il linguaggio espresso attraverso la presa di possesso di uno spazio entro cui l’energia gestuale scaturita da un insieme di segni si va a manifestare.

Convenzionalmente prendiamo come esempio un foglio bianco, ma in realtà, ogni supporto su cui sia fattibilmente possibile apporre segni, lettere o disegni diventa uno spazio in grado di ospitare un messaggio, indipendentemente dal suo contenuto.

Ne sono l’esempio più indicativo gli antichi graffiti rinvenuti sulle rocce, quando queste erano gli unici supporti su cui l’uomo aveva la possibilità di rappresentare un’idea, un simbolo, una scena con la finalità di renderle durature e permanenti nel tempo.

Che sia pertanto la carta o per esempio un muro, quest’ultimo un supporto oggi su cui tanto l’uomo ama scatenare le proprie “fantasie”, l’importante da un punto di vista grafologico, è analizzare il rapporto tra i segni tracciati (spazio occupato) e lo spazio lasciato libero, una sorta di equilibrio che ai fini di una corretta interpretazione, va considerato con particolare attenzione.

L’approccio con uno spazio grafico è fondamentalmente un atto formale, che tiene conto di “regole” indicative di quali siano le componenti dell’organizzazione mentale di chi scrive.

Entrando più nel dettaglio per “scomporre” questo complesso concetto di organizzazione mentale, poniamo l’accento sul rapporto tra energie consce ed inconsce (il conscio è rappresentato dal nero e l’inconscio dallo spazio mantenuto bianco), dialogo questo tra ciò che lasciamo filtrare in superficie e gestito a livello della coscienza e ciò che invece resta confinato in parti più profonde e nascoste della psiche.

Anche la regolarità modulata o eccessiva della gestione dello spazio è oltremodo indicativa di come l’approccio mentale sia più o meno condizionato dalla propensione alla mobilità delle facoltà possedute o viceversa alla fissità in modo rigido, schematico ed intrappolato in schemi precostituiti.

Le indicazioni di massima che possono essere tenute in considerazione come un piccolo “radar” che ci orienti verso la comprensione di un atteggiamento piuttosto che un altro, sono da individuarsi nella marginatura, negli spazi tra una riga e l’altra, tra una parola e l’altra, sino ad arrivare più nel micro, tra una lettera e l’altra all’interno di una stessa parola.

Se si lascia molto spazio bianco, presumibilmente le facoltà intuitive e creative troveranno maggior adesione rispetto alla ricerca di attività pratico-concreta, sarà più accentuata l’inclinazione all’ introversione, all’ immaginazione, alla riflessione introspettiva; una presa di possesso più generosa e quindi con maggior carenza di spazi bianchi rispetto al “nero” orienterà con molta probabilità, invece, verso una ricerca della vita interiore meno avvertita come preminente; lo scritto che occupa molto dello spazio a disposizione predispone tendenzialmente ad un ascolto più concreto, realistico, calato nel mondo della praticità e dell’azione.

Saranno altri parametri, poi, ad indicare se le percezioni intime ed il senso della realtà trovano equilibrato rapporto tra loro, a raccontare la capacità di organizzare in modo più o meno armonico degli impulsi vitali e creativi, il comportamento sociale, il senso di integrazione o di isolamento con l’ambiente, l’apertura mentale, le ispirazioni, la vivacità con cui le immagini mentali confluiscono verso l’esterno e trovano espressione concreta in modo più o meno dinamico.

La ripartizione dello spazio coinvolge pertanto l’individuo in tutta la sua interezza, narrandoci come la parte inconscia entri in comunicazione con la parte conscia e “controllata”, dando vita ad una “danza” all’insegna dell’armonia e dell’equilibrio.

supporti di scritture
i graffiti non conoscono età, dal mondo antico ad oggi: supporti di scrittura

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